Thursday, 26 November 2015

Missing U....

Mi capita spesso di navigare  sulla rete per trovare idee e materiale da proporre ai miei studenti. Tempo fa mi sono imbattuta in  un  video che  mi ha colpito molto!
E’ un cortometraggio animato, la storia di una scrittrice di nome “I” (come la vocale)   che perde la “ U” sulla tastiera della macchina da scrivere. Le sue parole d’improvviso diventano senza senso.  Ho guardato questo video come  una poesia…

“Missing  U” è il titolo del video di Brooke  Wagstaff.

Con gli studenti l’ho utilizzato come  esercizio di pronuncia dell’alfabeto inglese. Pronuncia a volte non facilmente percettibile. Ma così duttile, capace di creare parole complete con un solo suono.  Vere e proprie frasi nascono raggruppando solo singole lettere (ci scriverò un post prima o poi!)
Loro, gli studenti, in questo sono bravissimi. Ecco perchè mi piace giocarci .  Spesso sono  loro ad insegnare a me. Ma il più delle volte riesco a stupirli. C’è sempre qualcosa che non sanno!

I” troverà la sua “U” ….e la storia finisce così.

“So that is the story according to me,
of how i found u and they became we!”

Dove volevo arrivare?  Al fatto che possono esserci degli studenti che mi mancano…..che lasci, per ovvi motivi, ma che ti rimangono nel cuore! Succede poi che non li vedi più… magari tornano dopo anni per sapere come stai e raccontarti cosa hanno realizzato nella loro vita. Cosa hai lasciato loro, a parte l’inglese! E magari ti ringraziano.
Quest’anno alcuni miei ex studenti sono qui. Nella stessa scuola. Non sono più la loro insegnante, per motivi contingenti.  Ma….”Missing U”!

Adoro tutti i miei studenti. Lavoro con loro con grande entusiasmo. Cerco di trasferire la mia  passione. Loro se ne accorgono. E quando non sei più la loro insegnante….. a quel punto sono loro  a cercarti, a volerti raccontare cosa fanno e cosa manca loro  di te!

La mia vita è piena di grandi soddisfazioni……questa è una di quelle!

Now enjoy the video…..



Friday, 20 November 2015

Paura di vivere....

Devo…lo sento un dovere…dato il mio ruolo di insegnante non posso esimermi. 

Parigi. Gli ultimi eventi. E’ stato detto tutto. I miei sentimenti sono quelli che accomunano tutti in questo momento. Le mie paure sono le stesse  di tutti.  Come ha detto un mio alunno “si rischia di fare della retorica”.
Ma certo mi sento vicina a tutti coloro che, in questi atti di pura follia, hanno lasciato quanto di più prezioso possediamo…la vita.  Qualsiasi sia la nazionalità, la fede, il colore politico.

Quello che non tollero è  però ogni tentativo di creare un altro senso di tensione…si chiama panico. Volere a tutti i costi creare un allarmismo che certo  non aiuta.  Soprattutto  non aiuta i ragazzi.
Ieri sera una mia alunna mi ha inviato uno di quei messaggi vocali che in questi giorni imperversano sulla rete. Mi diceva di essere spaventata, di non volere uscire più, di provare paura…..

Non è facile parlare ai ragazzi, lo è ancora meno in questo momento.  Tentare  di spiegare loro  che la vita è anche imprevisto purtroppo. Che la paura fa parte della nostra natura. Che dobbiamo accettarla, conoscerla e gestirla. Nella storia la paura ha assunto nomi e colori diversi. Per ognuno di noi la paura ha una faccia diversa.

Ma un  ragazzo questo non lo accetta. Vuole una spiegazione. O forse vuole semplicemente essere protetto.  

Un dovere che spetta a noi adulti. 

Sunday, 15 November 2015

2nd Module: MODERNISM, James Joyce

Let’s talk about a great novelist, James Joyce, the modernist,  so new, so involving, both  difficult and clear….

SESSION 1:  his life and his   collection of short stories, DUBLINERS

Watch his biography on the following video, not so long and enjoyable !


You can read further informationa about him here

He was Irish but suffered the strict Irish culture very much, as you will see!

You can find all the short stories from DUBLINERS in the following website

and here you will find  EVELINE  which I’d like you to download and print.  You are supposed to read it  before coming to the lesson.

TASK : Read EVELINE as homework

I want to give you some tips to help you understand  the story

1-   Derevan Seraun is a word of unknown origin one of the many nonsense words Joyce uses but the most frequent translation is considered from latin : “The end of pleasure is pain” but many other critics think it has a gaelic origin.  Therefore most prefer not translating it.

2-  The Bohemian Girl is a light opera written by the Irish composer M.William Balfe and not the Bohemienne. The plot is based on Cervantes “La Gitanella” and is set in Bohemia . The most important aria is  “I Dreamt I Dwelt in  Marble Halls

 https://www.youtube.com/watch?v=vQqmNInEnnI 

that has also been sung by Enya.

Listen and enjoy!

SESSION 2: Joyce’s  novel, ULYSSES

Have you ever heard about BLOOMSDAY?

It’s a celebration taken in Dublin and all around the world celebrating the 16th June 1904 which is the day depicted in ULYSSES. The day is named after the main character , Leopold Bloom. The novel follows his life and thoughts on this day.



Celebrations include dressing up like the characters in the book together with readings, performances and visiting the main places of Leopold's walk.





What is more, a marathon takes place on the same day!!!








I’d like to end this post on Joyce with Stephen Fry’s short One Minute Book Review Video of the novel Ulysses. “I’ll tell you the book I have chosen as my favourite book. And it may make some people’s heart sink, because it is associated with difficulty, where in fact it should be associated with joy…” “It is to me the most perfectly written book. Or perhaps the second most perfectly written book. But this book is deeper, richer and wider”.

Friday, 13 November 2015

Si, mi sa che fuori è primavera.....

Lo avevo accennato in un precedente post….la tentazione era forte…ho chiesto alla mia amica se era il caso  che leggessi  questo libro dopo che me lo aveva prestato e ne avevo letto le prime pagine…

“Mi sa che fuori è primavera” di Concita De Gregorio. Il titolo rappresenta il finale, l’ultima riga. Ed è la giusta conclusione per chi nella vita ha provato un dolore grande, un’esperienza sconvolgente, di quelle che travolgono anima e corpo.  Ma la storia si conclude con un’esclamazione di sorpresa….mi sa che fuori è primavera….!!
Si, la vita fuori continua….
Non starò qui a raccontare di cosa parla, non ce la farei! Si tratta di un fatto di cronaca accaduto qualche anno fa.  Ma per la prima volta ho letto parole che toccano il cuore e l’anima. Parole che raccontano come si guarda il mondo, ma soprattutto come il mondo ti  guarda .


Primo capitolo, prime pagine ed è  già sconvolgente.

Un elefante rosa in mezzo alla stanza durante la familiare  cena di Natale.
I regali, le  luci,  l’albero. E poi  quell’elefante.
Un elefante che  nessuno guarda  o fa finta di non vedere. Il dolore degli altri…..pesante da sopportare.  E poi il “ruolo”….un ruolo che gli altri si aspettano, che è previsto,  un vestito che devi indossare….pesante, pesantissimo a volte.

“Come puoi essere ancora viva?….Ma il dolore da solo non uccide e io sono viva….niente si dimentica ma tutto, a momenti, si deve poter mettere in un posto…..spostarlo sul comodino come fosse un fiore in un vaso, uscire, poi rientrare e ritrovarlo lì….come potremmo vivere senza placare la memoria, che non vuol dire arrendersi, o dimenticare……ogni minuto della vita gira intorno a qualcosa che non c’è più  perché qualcos’altro possa accadere…c’è bisogno di essere felici…per tenere testa a questo dolore inconcepibile, C’è bisogno di paura per avere coraggio.  E’ l’assenza la vera misura della presenza…..Vorrei che tu sentissi la mia gioia. Che provassi ad accarezzare l’elefante rosa mentre tutti lo ignorano , vorrei che gli parlassi all’orecchio. Digli…di stare tranquillo. Lo porteremo via di lì, lo lasceremo libero di nuovo, lo andremo a trovare ogni giorno ma non resterà prigioniero mai più.”

E’ la storia di una madre orfana dei propri figli, a cui è capitato di subire una perdita talmente grave e inconcepibile da non avere neanche un termine che la rappresenta nel vocabolario. Si, non esiste un termine per una madre che perde il proprio figlio.
Una perdita che diventa l'emblema di tutte le sofferenze che si possono sopportare nella vita, di fronte alle quali ci si può scoprire in grado di reagire. E ci si può rialzare, accorgendosi che, se si lascia la porta aperta, una nuova vita è possibile.

Perché…si......mi sa che fuori è primavera! 





Wednesday, 11 November 2015

Welcome!

She’s come! She’s finally here!  And I am really glad, because she’s the kind of person I was looking  for!!!
I am in a language school and English is the first language for my students.  We were waiting for a new conversation mother tongue teacher. I was really disappointed: such a long time since the school started! Italian style in the school system!!! I know that perfectly…unfortunately!
But it was worth waiting ….Holly is here now!
When I told her  about the programme I am dealing  with the class, she appeared enthousiastic.  As I am ….even because it’s something  I’m really fond of!
She introduced herself to the class, she  told them about her Italian life, why she’s here, what she likes of Italy and Italians.   As she was talking,  I watched my students, their eyes….and I saw some light! They were in ecstasy, listening to her! She asked questions about their future plans, next year, so close….and in my opinion they were already dreaming of their life out of the school…..at the University…..maybe abroad….who knows!
Energy!  That’s what I felt  while listening to them  ….and I was finding out something new…fashion designer, business manager, physiotherapist, army, musician , politician……so many dreams! And what I hope for them is each dream may come true!

Well, it may sound stupid, but believe me…..as a teacher,  it’s really important to have someone you can exchange your  views with!


                                                                  Welcome Holly!!!

Tuesday, 10 November 2015

Colori

Colori….sono il vortice della vita, quello che mi ha sempre attratta e allo stesso tempo spaventata! Ricordo ancora la mia insegnante di acquerello che mi invitava a  lasciarmi andare…. E far scorrere la mano …il pennello….perché  quel colore rosso diventasse bianco… come il foglio …e l’acqua, trascinata delicatamente dal pennello,  ritornasse  chiara… come il foglio!
Ed è stato proprio in quel momento che la mia forza è venuta meno….la grinta che mi aveva sostenuta in tutti quei mesi…..dopo tutto quello che  era successo….è svanita…come avrebbe dovuto fare quel rosso!
Non sono mai riuscita a gestire i colori. Ho sempre amato disegnare. L’ho sempre fatto. Ma usavo la matita, il carboncino, il chiaroscuro….mai il colore.
Improvvisamente ho voluto fortemente che entrassero nel mio modo di essere. Nel mio modo di vivere. Nel mio mondo. E allora quella prima lezione di acquerello ha avuto un seguito. Ho iniziato in un laboratorio, con un’insegnante fantastica, una ex partecipante del “Grande Fratello” prima versione (forse quella che ha incuriosito tutti!) il cui talento mi ha molto sorpresa.  Una vera artista! Incredibilmente brava, nel disegno, nelle tecniche pittoriche, nella manualità. E  io piano piano mi innamoravo della mia manualità, delle creazioni che uscivano dai materiali informi sul mio tavolo di lavoro: carta, cartoncino, vernici, legno, pennelli… e poi pietre, perle, perline, piccole, piccolissime, intessute con ago e filo di seta….una trama sottile che prendeva vita davanti ai miei occhi. E che stupiva chiunque quei gioielli me li vedesse indosso. O vedesse i miei acquerelli. O qualsiasi mia creazione. Colori che riprendevano i miei capi d’abbigliamento, un dettaglio.  Un mio stato d’animo. Una giornata estiva o una invernale. 
Sono spariti da un po’. E lo sento. Lo vedo. Si percepisce. Ma ne sento il bisogno. Ho voglia che ritornino per mostrare un volto, l’altro volto….quello che non si vede, quello che non vedo più da tanti anni, ma che è dentro la mia testa e dentro il mio cuore. Un rumore forte che da troppo tempo è silenzioso.  Che sono riuscita a far uscire da me attraverso i colori. Sento che deve ritornare a vivere. Colorato, come me lo ricordo.

Friday, 6 November 2015

Lezioni di fisica…..questo è l’incredibile!

Si, proprio questo è l’incredibile! Che io abbia letto un libro del genere, un libro che parla di fisica…e soprattutto che mi sia piaciuto!
“Sette brevi Lezioni di Fisica” di Carlo Rovelli, fisico teorico. Mi era stato consigliato da un’amica, la quale aveva aggiunto “Non sempre e’ stato facile capire ….ma l'ho letto con piacere!” Devo ammettere di essere d’accordo con lei. Come al solito, però,  non mi sono fermata davanti ai dubbi e, in un modo o nell’altro, ho chiesto conferme, mi sono informata. Il tutto è diventato molto più chiaro e quindi più apprezzabile.
Sette brevi lezioni di fisica, appunto: una sulla più bella delle teorie, così Carlo Rovelli chiama quella di Einstein, poi i quanti, l’architettura del cosmo, i “quarks” (parola che appare in Finnegans Wake di James Joyce), la teoria dei loop, la probabilità e il tempo, e per finire, “noi”.
Rovelli le chiama “lezioni”: a una persona come me, le cui uniche nozioni di fisica si basano sulle reminiscenze scolastiche,  rafforzate dall’esperienza,  più che lezioni sono sembrate delle chiacchierate, dei racconti di cui chi ascolta vuole sapere il finale. Probabilmente carenti di dettagli agli occhi dei più esperti. Ma certamente assolutamente coinvolgenti.
Mi piace citare alcuni punti che mi hanno portato a riflettere e su cui invito chi sta leggendo a fare delle considerazioni.
 “La relatività generale ci ha insegnato che lo spazio non è una scatola inerte, bensì qualcosa di dinamico: una specie di immenso mollusco mobile in cui siamo  immersi…”
Riguardo ai quanti sostiene che questi “non sono in uno spazio ma sono essi stessi lo spazio”
“..il cambiamento è ubiquo….Non c’è più uno spazio che “contiene” il mondo e non c’è più il tempo  “lungo il quale” avvengono gli avvenimenti….solo processi elementari dove spazio e tempo interagiscono tra loro in continuazione”

E poi la domanda “cosa è il presente?” : “le cose che esistono sono quelle nel presente: il passato non esiste (più) e il futuro non esiste (ancora). …la nozione di  “presente” è anch’essa soggettiva…”

“Il “presente” non esiste in modo oggettivo più di quanto non esiste un “qui” oggettivo, ma le interazioni microscopiche del mondo fanno emergere fenomeni temporali per un sistema che interagisce solo con medie di miriadi di variabili. La nostra memoria e la coscienza  si costruiscono su questi fenomeni statistici che non sono invarianti nel tempo”.

Una frase che  mi ha colpito “L’immanifesto è molto più vasto del manifesto”: mi ricorda molto Le petit Prince, di Saint-Exupery “On ne voit bien qu’avec le coeur. L’essentiel est invisible pour les yeux”
E ancora nel finale “ Noi siamo fatti della stessa polvere di stelle di cui sono fatte le cose e sia quando siamo immersi nel dolore si quando ridiamo e risplende la gioia non facciamo che essere quello che non possiamo che essere: una parte del nostro mondo”
Ecco, degna conclusione per un saggio che più che una lezione di fisica è una considerazione sul mondo, sull’universo, sui cambiamenti. Il tentativo è di spiegarli  attraverso la scienza. Non sempre è possibile.

Ecco perché l’ho letto come fosse una favola!

Per chi volesse saperne di più, vi invito a leggere quest'articolo.

Monday, 2 November 2015

Casualità....?

Parlando di Dublino nel mio ultimo post, ho citato William B.Yeats, finissimo poeta irlandese.
Qualche giorno fa ho comprato un libro di Concita De Gregorio, "Mi sa che fuori è primavera", con grandissima titubanza, conoscendone il tema!
Ma l'ho fatto e prima o poi lo leggerò, magari condividendo le mie impressioni con qualcuno che conosce i miei pensieri....
Il titolo di questo post è "Casualità...." perchè nella prima pagina di questo libro la De Gregorio cita alcuni versi proprio di una poesia di Yeats "The Cloths of Heaven":

"I have spread my dreams under your feet;
Tread softly because you tread on my dreams"

Non ho mai amato le traduzioni dei testi poetici, trovo che perdano la  musicalità e l'intensità che solo la lingua originale riesce a trasmettere. Assolutamente proibito ai miei studenti.
Ma in questa circostanza vorrei che anche chi ha poca dimestichezza con la lingua inglese comprendesse l'intensità di queste parole.
La traduzione non è mia. Approfitto di quella trovata nel libro della De Gregorio:

"Ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera perché cammini sui miei sogni"

Ecco. Casualità....ma di quelle che fanno bene al cuore!

Enjoy the poem, with some sweet music, and the great voice of  Antony Hopkins:



And here further  information about Yeats, a poet I love:

https://en.wikipedia.org/wiki/Aedh_Wishes_for_the_Cloths_of_Heaven

Sunday, 1 November 2015

Week end milanese...


Milano, 31 ottobre,  Expo 2015.

Ci ho riprovato….ma quando mi faccio un’opinione su qualcosa, difficile che poi cambi solo perché l’occasione è diversa. La mia esperienza di settembre a quest’evento non aveva avuto molto successo. A cominciare dalle indicazioni autostradali, a mio avviso non troppo chiare. Per proseguire con le navette dal parcheggio alla fiera….non troppo frequenti per l’affluenza di pubblico. Per finire poi con ciò che più mi ha lasciata esterrefatta…..5 (leggasi cinque!!!!) ore di fila per riuscire ad entrare nel padiglione del Giappone, a quanto pare il più  visitato!!!! Qualcuno ci ha considerati fortunati, visto che fino a poco prima le ore erano 7 (leggasi sette!!!!). Il tutto seguito da altrettante ore di fila per qualsiasi altro padiglione…..Inghilterra, Israele, Turchia….continuando con nazioni probabilmente  assolutamente sconosciute a molti di coloro in fila per entrarvi! Mi sono chiesta di quante ore fosse composta una giornata dei visitatori dell’Expo!!


La mia capacità di intendere e la mia dignità  non potevano essere messe alla prova oltremisura. Ecco perché a questa seconda occasione mi sono rifiutata. E invece che lasciarmi fagocitare dalla folla della celebrazione di fine Expo, ho preferito una passeggiata in Piazza Duomo con visita in un famoso grande magazzino dove una dolcissima commessa mi ha presentato in modo molto elegante e professionale i suoi profumi. Dedicandomi del tempo, mi sono anche lasciata coccolare da un make-up che avrei sfruttato per la serata.















L’occasione di questo week end milanese è stata la partecipazione ad una convention in cui avrei incontrato i centre manager delle università in cui si svolgono solitamente i viaggi-studio che organizzo per l’estate.  Si rivela ogni volta un’occasione interessante e fruttuosa perché mi dà la possibilità di confrontarmi e soprattutto di conoscere proposte didattiche internazionali che aprono molte strade. Mi  piace ascoltare i progetti dei corrispondenti provenienti da nazioni anglofone: mi fa sentire parte del mondo, di quel mondo a cui sento appartenere.
E quindi prossimo viaggio….Irlanda, the emerald island.   Dublino, la città del mio amato Oscar Wilde. Di James Joyce, con la passeggiata di Leopold Bloom, raccontata nel suo Ulysses.   Di Samuel Beckett. Di W.B.Yeats. Terra di cultura, quindi, di verde, di mare, di religiosità sentita ma anche di grande divertimento.  Last but not least, la terra del “four seasons in one day”……ma questo chi sceglie di andare in questi posti lo sa!
Ecco. Questa sarà l’esperienza degli studenti che decideranno di venire con me la prossima estate.

Io li aspetto. 
E l’esperienza sarà anche mia, ovviamente.