Devo…lo
sento un dovere…dato il mio ruolo di insegnante non posso esimermi.
Parigi. Gli
ultimi eventi. E’ stato detto tutto. I miei sentimenti sono quelli che accomunano
tutti in questo momento. Le mie paure sono le stesse di tutti.
Come ha detto un mio alunno “si rischia di fare della retorica”.
Ma certo mi
sento vicina a tutti coloro che, in questi atti di pura follia, hanno lasciato quanto di
più prezioso possediamo…la vita. Qualsiasi
sia la nazionalità, la fede, il colore politico.
Quello che
non tollero è però ogni tentativo di
creare un altro senso di tensione…si chiama panico. Volere a tutti i costi creare
un allarmismo che certo non aiuta. Soprattutto non aiuta i ragazzi.
Ieri sera una
mia alunna mi ha inviato uno di quei messaggi vocali che in questi giorni imperversano
sulla rete. Mi diceva di essere spaventata, di non volere uscire più, di
provare paura…..
Non è facile
parlare ai ragazzi, lo è ancora meno in questo momento. Tentare di spiegare loro che la vita è anche imprevisto purtroppo. Che
la paura fa parte della nostra natura. Che dobbiamo accettarla, conoscerla e
gestirla. Nella storia la paura ha assunto nomi e colori diversi. Per ognuno di
noi la paura ha una faccia diversa.
Ma un ragazzo questo non lo accetta. Vuole una
spiegazione. O forse vuole semplicemente essere protetto.
Un dovere che spetta a noi adulti.
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