Friday, 6 November 2015

Lezioni di fisica…..questo è l’incredibile!

Si, proprio questo è l’incredibile! Che io abbia letto un libro del genere, un libro che parla di fisica…e soprattutto che mi sia piaciuto!
“Sette brevi Lezioni di Fisica” di Carlo Rovelli, fisico teorico. Mi era stato consigliato da un’amica, la quale aveva aggiunto “Non sempre e’ stato facile capire ….ma l'ho letto con piacere!” Devo ammettere di essere d’accordo con lei. Come al solito, però,  non mi sono fermata davanti ai dubbi e, in un modo o nell’altro, ho chiesto conferme, mi sono informata. Il tutto è diventato molto più chiaro e quindi più apprezzabile.
Sette brevi lezioni di fisica, appunto: una sulla più bella delle teorie, così Carlo Rovelli chiama quella di Einstein, poi i quanti, l’architettura del cosmo, i “quarks” (parola che appare in Finnegans Wake di James Joyce), la teoria dei loop, la probabilità e il tempo, e per finire, “noi”.
Rovelli le chiama “lezioni”: a una persona come me, le cui uniche nozioni di fisica si basano sulle reminiscenze scolastiche,  rafforzate dall’esperienza,  più che lezioni sono sembrate delle chiacchierate, dei racconti di cui chi ascolta vuole sapere il finale. Probabilmente carenti di dettagli agli occhi dei più esperti. Ma certamente assolutamente coinvolgenti.
Mi piace citare alcuni punti che mi hanno portato a riflettere e su cui invito chi sta leggendo a fare delle considerazioni.
 “La relatività generale ci ha insegnato che lo spazio non è una scatola inerte, bensì qualcosa di dinamico: una specie di immenso mollusco mobile in cui siamo  immersi…”
Riguardo ai quanti sostiene che questi “non sono in uno spazio ma sono essi stessi lo spazio”
“..il cambiamento è ubiquo….Non c’è più uno spazio che “contiene” il mondo e non c’è più il tempo  “lungo il quale” avvengono gli avvenimenti….solo processi elementari dove spazio e tempo interagiscono tra loro in continuazione”

E poi la domanda “cosa è il presente?” : “le cose che esistono sono quelle nel presente: il passato non esiste (più) e il futuro non esiste (ancora). …la nozione di  “presente” è anch’essa soggettiva…”

“Il “presente” non esiste in modo oggettivo più di quanto non esiste un “qui” oggettivo, ma le interazioni microscopiche del mondo fanno emergere fenomeni temporali per un sistema che interagisce solo con medie di miriadi di variabili. La nostra memoria e la coscienza  si costruiscono su questi fenomeni statistici che non sono invarianti nel tempo”.

Una frase che  mi ha colpito “L’immanifesto è molto più vasto del manifesto”: mi ricorda molto Le petit Prince, di Saint-Exupery “On ne voit bien qu’avec le coeur. L’essentiel est invisible pour les yeux”
E ancora nel finale “ Noi siamo fatti della stessa polvere di stelle di cui sono fatte le cose e sia quando siamo immersi nel dolore si quando ridiamo e risplende la gioia non facciamo che essere quello che non possiamo che essere: una parte del nostro mondo”
Ecco, degna conclusione per un saggio che più che una lezione di fisica è una considerazione sul mondo, sull’universo, sui cambiamenti. Il tentativo è di spiegarli  attraverso la scienza. Non sempre è possibile.

Ecco perché l’ho letto come fosse una favola!

Per chi volesse saperne di più, vi invito a leggere quest'articolo.

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